Mercoledì 6 febbraio 2019, il Presidente Mattarella, in viaggio di Stato in Angola, ha visitato l’Ospedale “Divina Providencia” di Luanda, fondato nel 1994, in piena guerra civile, grazie alla collaborazione tra la Congregazione Don Calabria e l’UMMI.

Dopo l’accoglienza da parte del direttore generale dell’ospedale, padre Alves Tchilunda e di padre Beniamino Zanni, la volontaria Lucia Verzotti ha rivolto al Presidente Mattarella, un messaggio a nome del presidente dell’UMMI, Alessandro Galvani, attraverso il quale è stato dato risalto al valore dei progetti di cooperazione, svolti grazie alla collaborazione con il Governo Angolano e al sostegno del Ministero Affari Esteri italiano. E’ stata sottolineata l’importanza della presenza dei 250 volontari italiani, che si sono alternati nel corso dei 25 anni di attività della struttura ospedaliera, contribuendo a costruire materialmente le strutture e i servizi, a svolgere attività specialistica e assistenziale, a promuovere la formazione del personale e a partecipare all’organizzazione del complesso sanitario.

Prima di proseguire nella visita ai vari reparti di pediatria, terapia intensiva e del Centro Nutrizionale Terapeutico per i bambini gravemente denutriti, il Presidente italiano, ha salutato brevemente apprezzando e ringraziando per quanto viene svolto quotidianamente nell’Ospedale: “Non ho molto da dire perché le cose importanti sono quelle che abbiamo già ascoltato, che sono state narrate e illustrate, e cioè quello che è stato fatto fin qui, in questo ospedale, quello che si fa giorno per giorno, quello che si progetta. E’ una grande forma di collaborazione tra Angola e Italia, con al centro la persona e la sua dignità, la persona che ha bisogno di aiuto e assistenza, la persona malata, la persona che nella sua debolezza ha bisogno di prevenzione per evitare malattie.

E’ un’opera preziosa per la quale qualunque contributo, qualunque sacrificio, qualunque intervento non soltanto è ragionevole, ma doveroso”.

 

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Video pubblicato dal Quirinale

Articolo “Verona Fedele” (3 marzo 2019)