Sostegno psico-sociale ed educativo ai bambini rifugiati

Nel conflitto armato del 2008 fra le truppe georgiane e quelle russe nelle regioni dell’Ossetia del Sud e dell’Abkhazia, più di centomila georgiani furono costretti a lasciare i propri villaggi. Chi non ha potuto contare sul supporto di familiari, parenti ed amici residenti in città sicure, ha dovuto rassegnarsi a vivere in costruzioni semidistrutte o abbandonate. Oltre a fornire un aiuto di emergenza con beni di prima necessità, come alimenti, medicine, abiti, coperte, fin da subito si è dato particolare attenzione alla riabilitazione psico-sociale rivolta a tutti i bambini rifugiati e all’infanzia colpita da trauma da guerra.

Con la “CASA DELLA NONNA” si è creato uno spazio specifico per accogliere e realizzare i progetti per differenti gruppi di bambini. Inizialmente attivata presso il dismesso ospedale militare di Isani, dal 2010 la casa si è trasferita a SHAVSHVEBI, una delle new-town  costruite dal governo per quasi 600 abitanti. Qui i bambini vengono accolti nel doposcuola: studiano la storia, l’arte, la cultura e le tradizioni georgiane. Partecipano a laboratori di canto, teatro e incontri socio-affettivi indirizzati a far superare loro lo stress post-trauma attraverso i giochi. Inoltre hanno la possibilità d’imparare a lavorare con la ceramica, costruire ed adoperare marionette. Sono più di 50 i ragazzi, dai 6 ai 16 anni, che possono usufruire di un piccolo spazio dove poter tornare bambini, ricevendo appoggio psicologico e supporto scolastico.