Prevenzione e cura della tubercolosi
L’UMMI, presente in Angola dai primi anni ‘90, ha messo a disposizione le sue competenze tecniche affiancando la controparte locale angolana, l’OBRA DA DIVINA PROVIDENCIA. Finalità generale di tutti gli interventi implementati in stretta collaborazione con l’Obra da Divina Providencia è il “miglioramento delle condizioni di salute della popolazione residente nel Municipio di Kilamba Kiaxi” attraverso la riduzione degli indicatori di mortalità e di morbilità soprattutto per la fascia materno- infantile, legati in particolare alla TUBERCOLOSI, alla malnutrizione, alla malaria, alle malattie respiratorie e all’hiv.
In Angola la tubercolosi rappresenta un serio problema di salute pubblica. Il quadro sanitario nella capitale Luanda si caratterizza per una forte lacuna nell’assistenza sanitaria di base, che relega questo Paese agli ultimi posti della classifica mondiale dello sviluppo umano. Gran parte della popolazione rimane esclusa dal servizio sanitario nazionale, pregiudicando prevalentemente la fascia materno-infantile. Attraverso il Centro TBC ubicato presso l’Hospital Divina Providência viene svolto un servizio molto importante il cui buon funzionamento permette di fornire un valido supporto alle varie attività sanitarie svolte, sia dall’ospedale che dai 5 posti di salute periferici.
Per dare incisività alla rete sanitaria di primo e secondo livello, si è voluto qualificare il servizio esistente svolto nel Centro TB con opportuni e mirati interventi. Le componenti strategiche sulle quali programmi sanitari hanno inciso erano: la gestione clinica del paziente TB ed il suo accompagnamento durante la somministrazione dei farmaci e della refezione; il rafforzamento delle tecniche diagnostiche della TB; la formazione del personale sanitario locale.
Tale strategia era in linea con gli orientamenti nazionali del Programma di Controllo e Lotta contro la Tubercolosi e dell’Istituto Nazionale di Salute Pubblica, ovvero implementare il Protocollo del trattamento della Tubercolosi, garantire la diagnosi attraverso gli esami di laboratorio e la valutazione clinica del paziente, offrire un efficiente sistema di controllo dell’infezione insieme allo sviluppo di servizi sanitari di qualità.
La fattiva collaborazione con la controparte locale, l’esperienza maturata sul campo – in ambito sanitario – e negli anni anche in questa zona dell’Africa, il sostegno offerto da valide e storiche realtà locali direttamente interessate a una possibilità di sviluppo, il gradimento e l’approvazione delle autorità locali hanno favorito la gestione e la positiva realizzazione degli interventi.
Attualmente sono più di 1.500 i pazienti che si rivolgono al centro per assumere la terapia antibacillarre, con un trend in continua crescita negli ultimi anni. L’offerta della refezione (oltre 150 pasti al giorno) è un incentivo perché il paziente non desista dall’assumere la terapia, responsabilizzandolo di fronte alla sua salute e a quella degli altri membri della famiglia.
OBIETTIVI
L’obiettivo generale era rivolto alla riduzione dell’incidenza della Tubercolosi, in linea con il 6º Obiettivo del Millennio e la “Global Plan to Stop TB 2011-2015”.
Per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo generale, sono stati scelti due ambiti di intervento specifici, per i quali si prevedeva di:
- Rafforzare il servizio di diagnostico, trattamento ed accompagnamento attualmente prestato ai pazienti afferenti al Centro Anti-Tubercolosi dell’HDP.
- Qualificare le prestazioni sanitarie delle figure professionali coinvolte nel servizio offerto ai pazienti con tubercolosi.
1 – Rafforzare il servizio di diagnostico, trattamento ed accompagnamento dei pazienti TB.
Le azioni implementate a favore dell’accompagnamento ambulatoriale dei pazienti TB hanno favorito l’aumento della qualità del servizio e l’aumento della capacità di ricezione degli utenti.
Il Protocollo adottato dal Centro Anti-Tubercolosi dell’HDP prevede che, di fronte ad una diagnosi positiva al primo scarro analizzato con la bacilloscopia, venga effettuato uno screening obbligatorio a tutti i bambini e le donne che coabitano con il paziente infettivo.
L’identificazione di un paziente affetto da Tubercolosi avviene normalmente attraverso la visita ambulatoriale, durante la quale il medico ricava dall’anamnesi del paziente e dall’analisi clinica gli elementi per sospettare una probabile infezione dal Bacillo di Koch. Questa viene, a sua volta, confermata o meno dalla bacilloscopia e/o dall’esame radiografico.
Nei Centri di Salute, che rappresentano la rete sanitaria di livello primario più vicina alla popolazione, vengono effettuate il 67,19% del totale delle visite, in virtù della funzione di “triage” che i servizi sanitari decentralizzati assolvono, in modo da evitare il sovraffollamento delle unità sanitarie di livello superiore.
La conferma dell’infezione avviene per mezzo di esami di radiologia il che denota il potenziamento della collaborazione tra i diversi settori dell’Ospedale.
Il servizio di accompagnamento dei pazienti TB, nel tempo, è notevolmente migliorato grazie all’installazione di un sistema di Ragiologia Digitale in rete per la lettura di immagini radiologiche scaricate da un server centrale in diversi punti dell’ospedale. Nel Centro Anti-Tubercolosi dell’HDP e negli ambulatori esiste un terminale a disposizione dei medici, attraverso il quale é possibile scaricare il risultato radiologico del paziente e poter decidere precocemente la terapia da prescrivere.
La Tubercolosi rappresenta una delle patologie maggiormente diagnosticate durante le visite di ambulatorio. La Tubercolosi è una delle maggiori cause di morte, seguita dalla malnutrizione, che però ne è la prima tra i bambini dagli 0 ai 5 anni.
Di fronte a questi dati, è necessario dare la dovuta importanza alla prevenzione, alla diagnosi precoce e al trattamento dei pazienti affetti da Tubercolosi, una patologia che é accompagnata dalla stigmatizzazione e discriminazione delle persone dalla società, soprattutto perchè colpisce le fasce più vulnerabili della popolazione.
Una volta identificati e diagnosticati, i pazienti affetti da Tubercolosi vengono inseriti in un Piano di Trattamento eseguito secondo le norme stabilite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la quale raccomanda l’implementazione della strategia DOT (Daily Observed Therapy) per rendere efficace l’assunzione della terapia antitubercolare.
I pazienti che concludono la terapia antibacillare ed hanno ripetuto l’esame del BK con risultato nuovamente positivo, devono ripetere la terapia; questi vengono definiti casi di TB con scarro positivo in ritrattamento.
I casi di Tubercolosi Extra-Polmonare si verificano quando il catarro risulta BK-, ma l’analisi clinica e l’esame radiografico dimostrano la presenza dell’infezione tubercolare o della malattia.
L’alta mortalità dei casi di Tubercolosi con BK- in ritrattamento comprende i casi in cui la Tubercolosi è miliare, ovvero la malattia ha colpito tutto il corpo attraverso il circolo sanguigno. Le probabilità di recuperare questi pazienti, i quali hanno già assunto la terapia e devono ripeterla, sono ridotte.
Naturalmente la cura della Tubercolosi non dipende soltanto dalla terapia antitubercolare, ma dalla cosiddetta profilassi aspecifica, che mira al miglioramento delle condizioni ambientali e fisiche generali del paziente. Condurre una vita regolare, mantenere una dieta alimentare quantitativamente e qualitativamente congrua, garantire un’adeguata e regolare igiene personale e dell’ambiente dove si vive e migliorare l’aerazione dei locali più volte durante la giornata sono norme difficili da rispettare per la popolazione più povera che vive nella periferia della metropoli Luanda. La mancanza di queste condizioni di base ostacola notevolmente il successo della cura; tuttavia, l’Ospedale offre ai pazienti seguiti nel Centro Anti-Tubercolosi una refezione al giorno, che aiuta a mantenere un buon regime alimentare, diminuisce gli effetti collaterali dei farmaci e fortifica il sistema immunitario in generale. Ogni giorno vengono preparati oltre 120 pasti per i pazienti ambulatoriali del Centro Anti-Tubercolosi. L’offerta del pasto rappresenta anche un incentivo a non abbandonare la terapia.
2 – Riqualificare le competenze del personale sanitario deputato al servizio di assistenza per i pazienti TB.
La formazione del personale locale è la strategia adottata per riqualificare il servizio offerto ai pazienti TB. La gestione del lavoro in equipe, l’aggiornamento di medici, infermieri e tecnici di laboratorio richiama alla necessità di rafforzare le risorse umane presenti nelle strutture sanitarie attraverso corsi di formazione mirati al trattamento della tubercolosi. La collaborazione con Istituti specializzati all’estero ha facilitato la cooperazione scientifica ed il miglioramento del livello di preparazione del personale locale, grazie alla supervisione esterna ed al confronto continuo durante il lavoro.
Entrando nello specifico, all’interno dei vari progetti sono stati coinvolti anche operatori locali; gli stessi hanno operato in forma diretta nelle attività sanitarie, organizzative, formative e logistiche. A loro volta sono stati affiancati quotidianamente per una costante formazione “on the job” dal personale italiano UMMI espatriato. Per far questo sono stati effettuati vari incontri e corsi di formazione e sensibilizzazione del personale locale addetto, anche attraverso stage formativi all’estero in strutture sanitarie che già collaborano con l’HDP, in particolare l’Istituto di Medicina Integrale di Pernambuco, a Recife in Brasile.
L’interscambio scientifico-formativo con l’IMIP è stata la strategia adottata per migliorare le competenze del personale locale, offrendo la possibilità a personale locale angolano del Centro Anti-Tubercolosi di fare un’esperienza formativa della durata di alcuni mesi presso questo Istituto di eccellenza a livello internazionale.