Iniziato il progetto “Gestanti” a Luanda

In relazione al “Documento programmatico previsionale per l’anno 2014” approvato dalla Fondazione Cariverona il 25.10.2013 l’UMMI ha presentato al bando in scadenza a marzo 2014 una richiesta di contributo per il programma di “Miglioramento dei servizi socio-assistenziali alle gestanti, in ambito preventivo, formativo e curativo, per l’accompagnamento psico-fisico durante il periodo pre-natale” da svolgersi a Luanda in Angola, presso la rete sanitaria dell’Hospital Divina Providençia. Il progetto presentato è stato approvato nello scorso giugno ed è formalmente iniziato il 01.10.2014.

Ogni anno si stimano circa 287.000 morti materne nel mondo, di cui 2.200 avvengono nei Paesi sviluppati e il resto, oltre 284.000, nei Paesi in via di sviluppo. Ogni minuto una donna muore per complicazioni legate alla gravidanza e al parto e per ogni donna che muore 20 sono vittime di infermità; ogni giorno circa 29 mila bambini muoiono prima di aver compiuto i 5 anni, nella maggioranza dei casi per cause che facilmente si possono prevenire. Negli ultimi anni sono state innumerevoli le risoluzioni, i regolamenti e l’attenzione internazionale dedicata sulla salute riproduttiva e all’uguaglianza di genere. Il Parlamento europeo ha ricordato che per prevenire la mortalità e la morbilità materne è necessario promuovere in modo efficace i diritti umani delle donne, in particolare, il loro diritto alla vita, all’istruzione, all’informazione e alla salute. In Angola l’etá riproduttiva delle donne é compresa tra i 15 e i 49 anni, e in alcuni casi si considera tra i 12 e i 49 anni. La mortalitá materna é ancora molto elevata e puó essere suddivisa in due gruppi:

a)      morti ostetriche dirette: risultanti da complicazioni ostetriche durante la gravidanza, durante il parto o il puerperio, dovute a interventi, assenza di assistenza sanitaria, trattamenti scorretti;

b)      morti ostetriche indirette: risultanti da malattie esistenti ancor prima della gravidanza o da malattie che si sono sviluppate nel periodo della gestazione, da non attribuirsi a cause ostetriche dirette, ma aggravate dall’evolversi della gravidanza.

E’ chiaro che con dei numeri cosí esigui, dove le strutture sanitarie offrono servizi in quantità insufficiente rispetto alla domanda, si riduce ai minimi termini anche la garanzia di un’assistenza capillare e globale alla popolazione femminile. La densitá urbana nella capitale luandese si aggira intorno ai 3.325 abitanti per Km² e richiederebbe la presenza di centri di salute, ospedali e sale parto molto maggiore di quella che offre. Sono molto bassi anche i numeri del personale qualificato messo a disposizione delle migliaia di abitanti. In un contesto cosí problematico non sono rari i casi di malattie quali gravi traumi al feto, emorragie, aborti, seticemie, rotture uterine e fistole vescico-vaginali e le morti materne. All’origine del fenomeno vi é senza dubbio il grado di esposizione a fattori di rischio tra cui il basso reddito e il difficile accesso all’ istruzione, le condizioni ambientali in cui vive la popolazione piú disagiata. Questo giustifica l’ideazione della presente proposta, il cui obiettivo principale è quello di contribuire alla riduzione del tasso di mortalità materna e garantire l’accesso universale ai sistemi di salute riproduttiva, in conformità con gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (nº5 – Diminuire di tre quarti , fra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità materna).

Il progetto annuale si concluderà ad ottobre 2015.